Dolomiti: un tesoro naturale, patrimonio dell'umanità

10 Agosto 2023

Il riconoscimento dell’Unesco

Le Dolomiti sono una delle meraviglie naturali più straordinarie al mondo, famose per la loro bellezza unica e per le incredibili opportunità che offrono per lo sport e per le attività all’aria aperta. Si estendono in tre regioni diverse, il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, e contano ben 18 cime che superano i 3.000 metri d’altezza. Nel 2009 le Dolomiti sono state riconosciute come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, a testimonianza del loro valore geologico, biologico, culturale e storico.
Originariamente chiamate Monti Pallidi per il caratteristico colore biancastro delle rocce, il loro nome attuale deriva dal geologo francese Déodat de Dolomieu che per primo scoprì che la roccia che componeva le montagne aveva una composizione chimica unica, contenente una particolare forma di carbonato di calico e magnesio, nota poi come dolomite.


Anche la biodiversità delle Dolomiti è notevole. La regione ospita infatti una grande varietà di specie vegetali e animali, molte delle quali sono endemiche e non si trovano altrove, il che conferisce al territorio un’importanza ambientale di livello globale. Inoltre, le Dolomiti hanno anche una rilevanza storica significativa, in quanto durante la Prima Guerra Mondiale sono state teatro di una serie di scontri tra le truppe italiane e austriache e molte tracce di questi eventi sono ancora visibili nella zona.

Dolomiti: il paradiso del trekking

Estate, montagna e natura. Cosa c’è di meglio di esplorare sempre nuovi itinerari suggestivi e divertirsi praticando fantastiche attività outdoor? Con un’ampia scelta di sentieri e percorsi, non importa quale sia il livello di esperienza, sulle Dolomiti tutti possono trovare qualcosa che soddisfi i loro gusti e le loro esigenze. Ecco alcune idee:

  • Tre Cime di Lavaredo: situate in Alta Pusteria, le Tre Cime di Lavaredo sono uno dei simboli delle Dolomiti e rappresentano una delle escursioni più famose e belle della zona. Partendo dal Rifugio Auronzo, il sentiero conduce ai piedi delle Tre Cime, tre imponenti massicci di roccia che si innalzano verso il cielo formando una delle viste più iconiche del paesaggio dolomitico. L’itinerario è un giro ad anello completo della lunghezza di circa 10 km, ma è poco impegnativo e ben segnalato. Lungo il sentiero potete fare anche delle piccole soste ai rifugi Lavaredo e Locatelli per ricaricare le energie e godere del panorama mozzafiato.
  • Lago di Sorapis: poco distante da Cortina d’Ampezzo, a 1923 metri d’altezza, si trova il Lago di Sorapis, uno dei laghi alpini più fotografati e ambiti dagli escursionisti grazie alle sue acque turchesi che lo rendono unico al mondo. Partendo da Passo Tre Croci, i sentieri che conducono al lago sono vari, ma quello più panoramico è sicuramente il sentiero n° 215. Una volta giunti a destinazione la vista sul lago e sulla cima che lo sovrasta, soprannominata il “Dito di Dio” per la sua particolare forma, lascia sempre a bocca aperta e la pace e la tranquillità che si respirano in questo ambiente naturale sono un toccasana per la mente e lo spirito.
  • Piz Boè: il Piz Boè, in Val di Fassa, è una delle vette più alte delle Dolomiti, nonché quella più alta del Gruppo del Sella con i suoi 3.152 metri d’altezza. L’escursione inizia a Passo Pordoi e si può scegliere se raggiungere la cima del Sass Pordoi a piedi o in funivia, dove vi aspetterà la celebre Terrazza delle Dolomiti con una vista panoramica senza eguali. Da qui si scende lungo il sentiero CAI 627 che porta fino a Forcella Pordoi, per poi risalire sul sentiero CAI 638 immerso in un ambiente simile a quello lunare. Una volta raggiunta la cima del Piz Boè, si può godere di un paesaggio incredibile sulle Dolomiti circostanti, tra cui la Marmolada, il Sassolungo e le Tofane, e ristorarsi alla Capanna Piz Fassa, che offre anche sistemazioni per la notte per chi desidera rimanere in vetta più a lungo.

Enrosadira: quando le Dolomiti si dipingono di rosa

Il tramonto sulle Dolomiti è uno spettacolo che lascia senza fiato chiunque abbia la fortuna di assistervi. Ma quando la luce del sole inizia a diminuire e il cielo si tinge di rosa, rosso e viola, il fenomeno dell’enrosadira rende questo momento ancora più magico e surreale, creando un gioco di luci e di colori unico.
Il tramonto è senza dubbio uno dei momenti più suggestivi per ammirare l’enrosadira, quando il sole si nasconde dietro le cime e le rocce si colorano di rosa intenso. Ma anche all’alba sorprende sempre, con la luce solare che illumina lentamente le montagne e le fa risplendere di riflessi dorati.
Questo evento naturale senza paragoni attira visitatori da tutto il mondo, tra cui molti fotografi professionisti e appassionati che, durante i mesi estivi, raggiungono le Dolomiti per catturare l’attimo con la loro macchina fotografica.
Sono molte le vette su cui poter ammirare l’enrosadira: le Tre Cime di Lavaredo, il Catinaccio a San Giovanni di Fassa, lo Scillar e il Sassonlungo sull’Alpe di Siusi, il Sass Pordoi a Campitello di Fassa, i Cadini osservabili anche dal Lago di Misurina e, infine, le immancabili Pale di San Martino a San Martino di Castrozza.


Grazie al loro colore caratteristico durante il momento dell’enrosadira, le Dolomiti hanno anche ispirato miti e leggende che ne accrescono il fascino e il mistero. Tra le più popolari vi è quella di Re Laurino, re di un popolo di nani che viveva sulla catena del Catinaccio, dove coltivava un bellissimo giardino di rose. Innamoratosi follemente della principessa Similde, figlia del Re dell’Adige, la rapì e la portò via con sé, certo di non essere scoperto grazie al suo mantello speciale che lo rendeva invisibile. Tuttavia, venne ingannato proprio dalle sue rose che, al suo passaggio, si mossero. Fu così smascherato dai cavalieri, che lo catturarono. Sentendosi tradito, Re Laurino lanciò una maledizione al suo splendido giardino di rose, promettendo che né di giorno né di notte nessuno avrebbe più potuto contemplarlo. Si dimenticò però del tramonto e da quel momento, sia all’alba che al calar del sole, le vette del Catinaccio si tingono di tutte le sfumature del rosa.

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